Le Baruffe Chiozzotte

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LE BARUFFE CHIOZZOTTE

di Carlo Goldoni

regia Paolo Valerio

Produzione del Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale, debutto 19 luglio 2017 all’Estate Teatrale Veronese

con in ordine alfabetico

Luca Altavilla, Francesca Botti, Leonardo De Colle, Piergiorgio Fasolo, Stefania Felicioli, Riccardo Gamba, Margherita Mannino, Michela Martini, Valerio Mazzucato, Giancarlo Previati, Marta Richeldi, Vinenzo Tosetto, Francesco Wolf.

consulenza storico-drammaturgica Piermario Vescovo

movimenti di scena Monica Codena

scene Antonio Panzuto

muische Antonio Di Pofi

Luci Enrico Berardi

Paolo Valerio dirige uno spettacolo corale, popolato da personaggi irresistibili: uomini e donne innocenti e rudi, esemplari imperfetti di un’umanità straordinaria. Le Baruffe Chiozzotte è un affresco di grande leggerezza e irresistibile divertimento, anche se in filigrana si intravede il colore della malinconia, la sensazione del tempo che fugge. Le donne hanno una sola urgenza: quella di non far passare un altro inverno senza essersi maritate. I loro uomini sono pescatori, e presto o tardi il mare li chiamerà a sé. Il mondo femminile, fatto di lavoro al merletto e di sogni d’amore, di attesa e di vitalità, è legato alla strada, al cortile. È lì che si consuma la loro battaglia, per tenere gli uomini ancorati alla terra ferma.
Torna Goldoni al Teatro Romano. Vi torna con il suo capolavoro Le baruffe chiozzotte che mancava da quasi trent’anni: l’ultima edizione andò infatti in scena nel 1988 per la regia di Gianfranco de Bosio. Questo nuovo allestimento nasce con l’intento di unire e valorizzare il meglio delle espressioni artistiche e delle energie produttive venete “nel segno – come voleva Goldoni – della coralità”. Lo spettacolo è frutto della collaborazione fra l’Estate Teatrale Veronese e il Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale. «La storia teatrale delle Baruffe – dice Valerio – è intimamente legata a Verona. Renato Simoni, che diede vita all’Estate Teatrale Veronese nel 1948 con Romeo e Giulietta, aveva messo in scena nel 1936 alla Giudecca una memorabile edizione delle Baruffe con la soprano Toti dal Monte nei panni di Lucietta che apriva e chiudeva lo spettacolo con due canzoni. Come ricorda Luigi Lunari, le Baruffe sono l’”ultimo” testo di Goldoni. E infatti, in questo affresco di grande leggerezza e irresistibile divertimento, s’intravede – prosegue il regista – il colore della malinconia, la sensazione del tempo irresistibile che fugge. Le donne delle Baruffe hanno l’urgenza di non far passare un altro inverno senza essersi maritate. Poi gli uomini ripartiranno per mare, e torneranno, forse, presto o tardi a Chioggia. E per raggiungere questo scopo, l ‘anello e il matrimonio, le regole di Chioggia vanno rispettate, e le differenze di censo tra pescatori sono semplici ma chiare. Il mondo femminile, fatto di famiglie e relazioni, di lavoro al merletto e di sogni d’amore, è il luogo della strada. Accanto, il canale, il mondo degli uomini del mare – conclude Valerio – che tornano per ripartire».

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