La Bilancia dei Balek

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liberamente tratto dall’omonimo racconto di Heinrich Böll
progetto Adriano Gallina
testo e regia Bruno Stori
scene Marco Muzzolon
costumi Mirella Salvischiani
in scena Francesca Botti, Elisa Roson Renata Coluccini
disegno Luci Marco Zennaro
musiche Alessandro Nidi, Marianna Storelli                                                                                                
Direttore di produzione Franco Spadavecchia                                                                                               
genere teatro d’attore                                                                                               
età consigliata da 8 a 14 anni

Vincitore Premio Stregagatto 2004 per la drammaturgia

Tratto dal più importante racconto di Heinrich Böll, lo scrittore tedesco Premio Nobel per la Letteratura nel 1972, La Bilancia dei Balek rappresenta la prima tappa del nuovo progetto produttivo del Teatro del Buratto dedicato ai “Piccoli Maestri”: bambini “letterari”- ma specchio di molti e moltissimi bambini reali – che hanno molto da insegnare ai loro coetanei e ai grandi, nella loro serietà matura, nella loro capacità (o nella necessità) di fare i conti con un mondo adulto e adulterato e, in esso, di prendere in mano il proprio destino. Piccoli bambini le cui avventure hanno, sul piano letterario ma ancor più nell’adattamento teatrale, un sapore fortemente epico ed esemplare.

La Bilancia dei Balek parla di ingiustizia; di un’ingiustizia tanto più grave perché perpetrata ai danni dei bambini.

In un villaggio boemo dominato da una famiglia di signori (i Balek), i bambini aiutano i loro genitori in casa e vanno nel bosco a raccogliere funghi, fiori, frutti, erbe aromatiche, sfidando la paura per il mitico gigante Bilgan, un personaggio delle saghe nordiche.

Una legge antica, che nessuno ha mai posto in discussione (perché antica e naturale), prevede che nel villaggio e nei villaggi limitrofi nessuno possieda una bilancia: da generazioni e generazioni i bambini vendono il frutto del loro lavoro esclusivamente ai padroni del paese. Ma un giorno il dodicenne Franz, il nostro piccolo maestro, scopre (forse per caso o forse per una necessità covata da secoli) che la bilancia è truccata: 5 sassolini rappresentano la differenza tra la giustizia dei Balek e la giustizia reale. E’ lui che, sommerso da un’ondata di ingiustizia, grida che i Balek hanno preso a calci la Giustizia. E’ un bambinetto che non ha paura dei giganti in agguato nel bosco e che ci chiede, ancora oggi, di continuare a raccontare la sua storia, come continuò a fare lui, costretto a vivere ramingo per aver scoperto “quanto mancava alla giustizia”.

Le tre attrici sulla scena ne raccolgono l’eredità, come fossero le sue discendenti e raccontano le vicende di loro nonno, con la veemenza di una ribellione e la determinazione di un’istanza sociale. Uno spettacolo di narrazione a tre voci che non possono tacere questa storia in un’epoca in cui “piovono pietre” e la Giustizia non può fare altro che guardarci da lontano.

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