Ah… l’amore, l’amore

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AH… L’AMORE, L’AMORE

spettacolo comico con musica dal vivo
di e con Francesca Botti
alla chitarra Paolo Marocchio
musiche di Tenco, Ciampi, Gaetano e Ruggeri.

 

 

“Questo progetto nasce dal mio innamoramento per Luigi Tenco, dalla passione per la sua arte e insieme per la sua storia. Mi attrae come scrive d’amore: senza sbavature, diretto, vero.
D’amore volevo raccontare e cantare. Sapevo che il tema era rischiosissimo e il racconto avrebbe avuto sufficiente forza solo se fosse stato sincero e personale; ed è questa la via che ho scelto, usando la chiave che più mi rappresenta: l’ironia.”

Francesca Botti

Una donna sola entra in scena e si rivolge subito al pubblico goffamente: cerca un uomo. Smascherando il suo intento si prende la scena e decide di aspettarlo. Nell’attesa, fiduciosa che sia la serata giusta, riflette con il pubblico sulla complessità dell’argomento “amore”. Sommersa da parole vuote, cerca di darne una definizione e di capirne le regole. L’amore per un uomo e la sua assenza. Le viene naturale allora raccontare aneddoti, storie, ricordi, approcci falliti e momenti di gioia. Ma se arriva finalmente l’atteso uomo? In un attimo tutto cambia e la possibilità di un nuovo amore spinge la donna ad esibire una passerella di luoghi comuni della civetteria femminile. In questo racconto il pubblico si riconosce e viene coinvolto dalla recitazione comica e spontanea.

Sul palco fin dall’inizio c’è anche un uomo. Il musicista. Osserva e segue il fiume di parole e pensieri della donna. La musica interrompe, commenta e prova a suggerire una risposta attraverso le note. Là dove l’ironia non basta ecco che la musica ci ispira. Cantare è liberatorio e toccante allo stesso tempo.
Ma davvero è irrinunciabile un nuovo amore? O forse, per dirla con le parole di Erich Fromm, “solo le persone capaci di stare da sole sono capaci d’amare, di condividere, di toccare il nucleo più intimo dell’altra persona”?

Il teatro ​ terreno di un racconto ironico o malinconico, rassicurante o graffiante, comico o disperato ​ è il luogo in cui le piccole vicende personali possono anche trasfigurarsi, prendere il volo, diventare arte. Il luogo in cui, sul filo della leggerezza, ci si può porre anche le domande più intime, le più vere: “ma era questa la felicità, la vita che volevo?”

 

 

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